La guerra tra Russia e Ucraina, e le conseguenti sanzioni imposte dall’Ue alla Russia, stanno mettendo in ginocchio l’economia, scatenando l’innalzamento dei prezzi di una moltitudine di beni e materie prime, tra cui anche il gas. Per ridurre la dipendenza da Mosca, che progressivamente sta riducendo le forniture alle nazioni Ue, il governo italiano avrebbe già predisposto un piano di emergenza, contenente misure drastiche:
- nelle case temperatura dei termosifoni ridotta di 2 gradi e paletti sugli orari;
- coprifuoco sull’illuminazione in casi estremi;
- taglio all’illuminazione dei lampioni nelle città e nei musei (fino al 40%);
- chiusura anticipata degli uffici pubblici;
- riduzione del riscaldamento a 19 gradi negli uffici pubblici;
- chiusura anticipata dei locali privati (alle 23);
- chiusura anticipata dei negozi (alle 19);
- riduzione del gas e delle elettricità alle imprese “interrompibili”.
“Il Messaggero” scrive che “si tratta di misure estreme sia chiaro, previste nel caso in cui il Paese sia costretto a dover abbassare drasticamente i 72 miliardi di metri cubi consumati ogni anno. Perché in caso di stop totale del gas russo, non basterebbe in inverno nemmeno il riempimento totale degli stoccaggi e non basterebbe il gas liquefatto in arrivo in più dagli Usa e il massimo utilizzo dei gasdotti Tap e Transmed”.